Die Entfuhrung aus dem Serail al Grand Théatre di Ginevra
Nello scorso mese di novembre il Grand Théatre di Ginevra, sotto la direzione di Tobias Richter,
ha presentato una nuova produzione di “Die Entfuhrung aus dem Serail” di Wolfgang Amadeus
Mozart firmata per la messa in scena da Mira Bartov e per la direzione musicale da Jonathan Darlington . Avevamo già straordinariamente apprezzato la giovane regista svedese in “Alice in Wonderland” di Unsuk Chin nel 2010 qui al Grand Théatre in un allestimento e creazione che è già in testa alle classifiche mondiali ma questa volta Mira Bartov sorprende il pubblico ginevrino abituato ad una lunga e storica tradizione interpretativa del capolavoro mozartiano, con la collaborazione decisiva delle originalissime scenografie di Gunnar Ekman, degli stravaganti ma
anche eleganti costumi di Kajsa Larsson e dell’ottima e pirotecnica direzione delle luci della
giovane e lanciatissima designer norvegese Kristin Bredal , trasformando Belmonte (Daniel Behle)
in James Bond che scende ad inizio spettacolo sul palcoscenico in paracadute vestito da 007, i personaggi femminili dell’opera in Bond Girls pronte a sparare con tanto di pistola in mano, e la scena in una piscina hollywoodiana con tanto di sirena che vi nuota e poi si distende al bordo dove
ci sono anche Konstanze e Blonde sedute su delle comode, originali e moderne sdraio nere .
Il tutto con la collaborazione decisiva degli artisti armati del Viet Vo Dao . La direzione teatrale dei
cantanti è esemplare ed allo stesso tempo magnificamente fedele al testo mozartiano . Il cast vocale
arruolato per l’occasione è superlativo e va dal Belmonte di Daniel Behle, uno dei maggiori cantanti
mozartiani della scena internazionale, dalla linea vocale di una grande purezza limpida ed esemplare ed allo stesso tempo di grande semplicità nonchè dai timbri seduttori e dall’emissione chiara e precisa al memorabile Osmin , forse in realtà (come affermato dalla regista) il vero personaggio principale del Singspiel, della star Peter Rose dalla voce di grande rotondità e carattere
con un registo grave perfetto ed acuti raggianti sino al Pedrillo comico ed ispirato del giovane e già
celebre tenore austriaco Norbert Ernst . Per quanto riguarda invece i personaggi femminili Rachele
Gilmore, già memorabile Alice nel 2010, è una Blonchen dai vocalizzi perfetti e frizzanti e dotata
di una straordinaria ed elegantissima presenza scenica mentre la leggendaria soprano americana
Laura Claycomb, nel ruolo di Konstanze , è in possesso come sempre di timbri e vocalità di grande
dolcezza e delicatezza evidenziando allo stesso tempo, dal punto di vista scenico, la grande fragilità
e malinconia del suo personaggio . Esemplare anche la prestazione di Peter Nikolaus Kante nel ruolo parlato di Selim con tanto di gatto (Doyle Francis of Eilanor) . Citeremo per corretteza tutte le
Bond Girls : Vanessa Zurini, Delphine Riana Francioli, Olga Gorbounova, Alessandra Vigna, Muriel Clancio, Florencia Etchepareborda, Aymeline Lenay – Ferrandis e Françoise Roux . E le
guardie del corpo : Camille Kunz, Bastien Sudan, Mael Rocherieux, Lucien Schreiber e Romain Paoletti . Fuochi d’artificio (veri) al termine dello spettacolo . Il Coro del Grand Théatre ha offerto
questa volta in particolare una prestazione veramente memorabile (con perfetta dizione tedesca) sotto la come sempre vigile e perfetta direzione di Ching – Lien Wu mentre il raffinatissimo e giovane direttore britannico Jonathan Darlington, alla testa di un’Orchestre de la Suisse Romande in smagliante e splendida forma in ogni sua sezione, ha optato per una lettura cameristica ed intimista della leggendaria partitura mozartiana offrendo allo stesso tempo un magnifico servizio a tutti i cantanti in scena e rispettando ed a volte esaltando, quando necessitava, i tempi e l’agogica del testo mozartiano inseparabile dal magnifico , precisisssimo ed inimitabile libretto di Gottlieb Stephanie . Successo pirotecnico al termine da parte di un pubblico prima sorpreso e poi in visibilio che ha esaurito tutte le numerosissime repliche della produzione del capolavoro mozartiano qui al Grand Theatre che già si annuncia ( e non solo) come un ulteriore fondamentale pilastro del lavoro di Mira Bartov e che speriamo di rivedere presto in altri palcoscenici internazionali che non si avventurano in simili costose e pericolose operazioni ma che riscuotono, come qui e altrove dimostrato, sempre grande successo.
Giacomo Di Vittorio