Lo scorso 12 maggio è ritornato al Teatro alla Scala, ma questa volta nella sua interezza e totalità, il balletto “Jewels” di George Balanchine . Il celebre spettacolo fu creato nel 1967 a New York da Balanchine che si ispirò all’arte di Van Cleef e Claude Arpels . In Esmeralds (della durata di trenta minuti) domina uno splendido verde accompagnato alla perfezione dalla delicatezza ed ineffabilità del “Pelléas et Mélisande” di Gabriel Fauré . Il sogno e la reverie ricevono un duro colpo con il passaggio a Rubies (della durata di venti minuti) , in cui domina un forte ed in tenso rosso e si passa alle spigolature angolate del Capriccio per pianoforte ed orchestra di Igor Strawinsky . Infine in Diamonds (della durata di circa trenta minuti) prende lo spazio un bianco quasi accecante e sontuoso che deve accompagnarsi agli ultimi quattro movimenti della Terza Sinfonia di Tchaikovsky . Per l’occasione svettavano le étoiles Alina Somova, Polina Semionova, Leonid Sarafanov e Guillaume Coté anche se, personalmente, consideriamo insuperabile la prova di
Aurélie Dupont nella versione parigina dello spettacolo (in particolare in Rubies) . Anche Gilda Gelati, in alternanza, si è confermata una splendida e sicura interprete . Le scene sontuose ma raffinatissime e di una eleganza di grande sobrietà di Peter Harvey risplendevano in tutta la loro magnificenza inseparabili dai perfetti ed inimitabili costumi di Barbara Karinska (con la supervisione di Holly Hynes) . Il pianoforte di Roberto Cominati svettava nettamente in Rubies, il Corpo di ballo del Teatro alla Scala, sotto la direzione di Makhar Vaziev, ha offerto una prova da manuale e David Coleman ha accompagnato con l’eleganza e la classe insuperabili di sempre l’orchestra del Teatro alla Scala ed i ballerini . Vivo entusiasmo in tutte le repliche da parte di
un pubblico in visibilio ed in parte anche giovane mentre, senza spiegazioni comprensibili, lo spettacolo e la nuova produzione del mitico capolavoro di Balanchine al Teatro alla Scala sono stati accolti molto freddamente dalla locale critica italiana . Le repliche continuano sino al 26 maggio .
Giacomo Di Vittorio